AT2 – Alba sull’Adriatico, Tirreno al Tramonto: condividere esperienze, saperi e prospettive per un percorso comune

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Con la presente siamo ad augurarvi buone feste ed un felice anno nuovo e a  comunicarvi l’impegno a dare struttura all’enorme energia e forza, passione e  professionalità emerse in ciascuno dei singoli appuntamenti di AT2 Alba sull’Adriatico, Tirreno al Tramonto: condividere esperienze, saperi e prospettive per un percorso comune, partendo da un primo appuntamento, dopo  le feste, nella splendida cornice di Isola del Liri, che possa condensare e sviluppare in  termini pratici ed immanenti quanto emerso dalla sessione di lavori di giovedì mattina  del 14 dicembre 2023, partendo quindi da quell’imprescindibile potenza e dalla  pluralità di risorse di cui sono foriere le DMO del basso Lazio ed i player dello sviluppo  locale.

Si riportano a seguire i 4 report delle giornate di laboratorio, durante cui molteplici  attori e player dello sviluppo locale del centro Italia hanno condiviso idee, suggestioni  e traiettorie per una strategia bottom-up infrasettoriale, ibrida e sovralocale, che punta  a dare dignità e forza ai territori rurali partendo dal ruolo imprescindibile dei distretti  agrorurali e dalle interconnessioni degli stessi. Soprattutto grazie al rafforzamento  dell’asse est-ovest, che rappresenta non solo una risorsa, ma un vero e proprio  potenziale per le nostre regioni ed il sistema paese.

Giovedì 14 dicembre 2023: ottimo avvio per la jam session della ruralità

Si conclude con indicazioni importanti e traiettorie ben definite e, soprattutto, estremamente condivise, il primo dei quattro giorni durante cui sono molteplici gli appuntamenti volti ad affrontare da molteplici angolazioni il tema della crescita in termini competitivi e qualitativi dei territori e della
ruralità del centro Italia. Con particolare attenzione all’areale del basso Abruzzo e del Lazio meridionale compreso tra il Mare Adriatico ed il Mar Tirreno.

Questa iniziativa promossa dal GAL Terre di Argil ha come obiettivo quello di ramificare, rafforzare e condividere l’importante percorso avviato negli ultimi anni volto a migliorare e rafforzare il territorio rurale. Partendo dalla necessità di interpretare e praticare il territorio rurale stesso attraverso una strategia bottom-up di cui sono elementi indispensabili l’innovazione sociale, il rafforzamento dell’asse est-ovest attraverso la connessione di quei distretti agro rurali di cui sono formidabili ed indispensabili dinamo realtà quali le DMO ed i GAL.

Una connessione, un’aggregazione ed un’ibridazione che vedono come indispensabili soggetti di sintesi e riferimento l’Università ed il sistema camerale. Un percorso di crescita dei territori che richiede strategie sovralocali ed un forte investimento nella cooperazione inter-regionale. Con il necessario obiettivo di rafforzare, accrescere e creare quelle infrastrutture (materiali ed immateriali) che sono elemento imprescindibile per connettere e dare forza alle eccellenze, alla biodiversità ed ai singoli territori.

Ed in questo processo altra condizione indispensabile è una governance multilivello estremamente armonizzata grazie a cui i territori possano dar forza a quella strategia bottom-up che rappresenta uno strumento necessario per dare vera espressione agli importanti obiettivi e traguardi economici e sociali che la UE in primis individua. Una condizione che richiede, per poter essere raggiunta, un importante ruolo dei nostri appresentanti a Bruxelles.

Questi sono gli spunti, le letture ed i prossimi obiettivi che emergono dalle due sessioni della prima giornata di lavori del laboratorio AT2. Ambedue gli appuntamenti si sono svolti a Ceprano; l’incontro mattutino si è svolto presso la sede del GAL Terre di Argil, mentre location del pomeriggio è stata la
sala comunale Sandro Pertini.

Numerosi sono stati i contributi che pur da differenti punti di osservazione, hanno condiviso analisi, obiettivi e soprattutto hanno unanimemente espresso la necessità di “fare sistema”, non solo in termini teorici, ma anche pratici e soprattutto immediati. Partendo dalla condivisione e dal
rafforzamento di vettori e strumenti grazie a cui connettere la discontinuità e la pluralità.

Partendo da strumenti di informazione – web-radio, pubblicazioni – processi e momenti di formazione nonché dall’integrazione e sinergia delle infrastrutture digitali.

Molteplici gli intervenuti tra cui 6 GAL provenienti da Abruzzo, Lazio e Basilicata, 4 DMO, stakeholder del turismo rurale quali GEAN e nodi di network territoriali e reti di imprese del comparto agricolo. Fondamentale, inoltre, il ruolo e la presenza dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio
Meridionale che da oltre un anno supporta e valorizza con il proprio contributo percorsi e progettualità volti alla crescita del sistema rurale in sinergia con il Network Re.La.Te. ed in particolare con il GAL Terre di Argil. Di pari importanza per “peso” e ruolo la presenza della CCIAA Frosinone Latina sia nell’appuntamento mattutino con la presenza dell’Agenzia Speciale Informare, sia nell’appuntamento pomeridiano grazie al Presidente di Confimprese e membro di giunta camerale Guido D’Amico.

Di particolare importanza il contributo della dott.ssa Serena Tarangioli (CREA – Rete Rurale) attraverso cui è stato possibile rapportare obiettivi e scelte del percorso AT2 con quelli che sono i target e le politiche a livello nazionale e comunitario. Un supporto quello della dott.ssa Tarangioli
che rappresenta da anni un indispensabile riferimento nei percorsi da noi praticati nello sviluppo rurale.
Processi di sviluppo locale che abbisognano di interlocuzione e confronto con i vari livelli istituzionali. Ed in tal senso la presenza di istituzioni locali trova maggior peso e potenzialità grazie a quella attenzione posta e dagli argomenti affrontati dagli eurodeputati On. Salvatore De Meo e
On. Maria Veronica Rossi .

Venerdì 15 dicembre 2023; dal secondo giorno del laboratorio AT2 e dai due appuntamenti che lo hanno caratterizzato emerge un elemento comune e condiviso – nonchè condizione indispensabile nel percorso di sviluppo rurale avviato: porre al centro di questo processo bottom-up, con il ruolo di attori fondamentali, i singoli territori.

E’ indispensabile infatti che la biodiversità, le pieghe, il particolare -… quella pluralità di storia, tradizioni, enogastronomia, esigenze e sogni che compongono e che rendono unico il Bel Paese…- siano player e pivot in questa strategia (immaginata e praticata su scala sovralocale, volta
a rafforzare processi economici e socio-economici intersettoriali ed ibridi, che interpreta nei territori stessi e connette i territori in termini non perimetranti ma di sinergia avendo particolare attenzione ai flussi ed alle relazioni) che punta a dare maggiore dignità alla dimensione rurale attraverso una crescita competitiva dei comparti economici e soprattutto il miglioramento dei servizi e della qualità della vita. Questo è quanto mai necessario ed urgente nella Regione Lazio per creare una discontinuità vera con quel sistema “Roma-centrico” (in termini istituzionali, di governance, di scelte e di strategie) che seppur fisiologico non può essere perpetrato per quel che concerne le politiche di sviluppo locale.

Quanto riportato può essere considerata in termini estremamente sintetici, e con il necessario rispetto dei diversi e molteplici contributi, interventi e riflessioni che hanno animato le due sessioni di lavoro, una narrazione di analisi e di prospettiva del secondo giorno di lavori del laboratorio sul
tema dello sviluppo rurale promosso dal GAL Terre di Argil, dal Network Re.La.Te. e da molteplici altri attori che si sta svolgendo in Ciociaria e che si chiuderà domenica 17 dicembre 2023.

Ricordiamo che questa sessione di incontri sul territorio laziale è un ulteriore momento di un lungo percorso che dall’estate 2022 ha dato vita a molteplici incontri ed appuntamenti – oltre 60 i convegni, seminari, tavoli di lavoro realizzati tra Abruzzo e Lazio – cui hanno contribuito e stanno
contribuendo i principali attori, stakeholder, rappresentanti di categoria, nonché singoli imprenditori e cittadini, tutti tematizzati sul tema dello sviluppo rurale. Un percorso che vede come nodi imprescindibili il mondo della ricerca, le istituzioni ed il sistema camerale.

Ed anche nella giornata di oggi è stato fondamentale il ruolo, l’impegno ed il protagonismo dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale grazie al contributo, sia in fase organizzativa che operativa, del Prof. Carlo Russo; che insieme a numerosi altri docenti e dipartimenti dell’Ateneo laziale, sta contribuendo in modo fondamentale a porre le basi per quel necessario percorso di innovazione sociale che passa imprescindibilmente in una dialettica continuativa e costituente tra mondo della ricerca e tessuto produttivo. Ed in questa sinergia sistemica, un ruolo fondamentale – che a nostro avviso le istituzioni e la governance devono tener presente e formalizzare – è quello delle meso-istituzioni e degli innovation broker.

Un ruolo volto e necessario da un lato ad interconnettere l’estrema discontinuità del sistema rurale, dall’altro ad aggregare esigenze, istanze, bisogni e desideri sia del tessuto produttivo (estremamente parcellizzato, soprattutto in questi territori ed in particolare nel comparto agroalimentare dei servizi e del turismo) sia degli enti locali (aspetto quanto mai necessario nel Paese degli oltre 8.000 campanili.

L’esigenza di aggregare e di promuovere unitariamente prodotti agroalimentari e servizi connessi all’heritage – mantenendo contestualmente le singole identità e lo stretto rapporto con il territorio di ogni singola referenza, nonché di ciascuna realtà imprenditoriale – è il dato principale che emerge dal tavolo di lavoro della mattina svolto nel palazzo comunale di Arpino.

Un tavolo di lavoro che partendo da traiettorie progettuali già avviate quali la radio web GRIDA, il percorso editoriale RuralMedia (assi e ponti tra il prossimo futuro e le attività ancora in fieri del PSL 2014 -20’) e, soprattutto, del formidabile paniere “Tipicamente Ciociaro” che nasce sul territorio di
Arpino grazie all’importante azione del Consigliere Mauro Visca e che diverrà “percorso, spazio e vettore” per promuovere e commercializzare le eccellenze agroalimentari dell’areale del GAL.

A questa finalità “Tipicamente Ciociaro” aggiunge un aspetto estremamente importante – come d’altronde evidenziato dai vari imprenditori presenti al tavolo – ossia rafforzare ed accompagnare le filiere con disciplinari e consulenza in grado certificare la qualità (anche in termini etici, ambientali) e contestualmente innalzare l’asticella del comparto nel territorio. Da qui ha particolare valenza la presenza al Tavolo e la condivisione del percorso di Ilenia Bravo, Presidente dell’Ordine degli Agrotecnici Frosinone, e di Tullio Fabrizio per 66coop, ente di consulenza ed assistenza in campo agricolo che contestualmente sta portando avanti un suggestivo percorso di studio, monitoraggio e valorizzazione del patrimonio e delle potenzialità degli areali boschivi sul GAL Terre di Argil.

E la stretta connessione tra prodotto ed heritage, tra cultura ed agricolture, è anche una virtuale connessione tra le indicazioni emerse dal Tavolo del 14 dicembre e dall’incontro di Arpino. Aggregazione di prodotti ed integrazione qualitativa dell’offerta turistica dei territori. In termini digitali, di servizi, di infrastrutture grazie, soprattutto, agli importanti attori – tra cui Luciano Rea, Luigi Franceschi, Virgilio Gay ed il professor Marcello Sansone (presenti al meeting di ieri mattina) oltre a stakeholder dello sviluppo rurale quali Local4Action, RevGreen ed ORTICA, che hanno connesso tematicamente e soprattutto, in termini operativi gli spunti emersi nel tavolo del 14 e del 15 mattina: “fare sistema, connettendo le particolarità e contestualmente mantenere al centro della strategia la dignità, il portato, i sogni e le esigenze dei singoli territori”.

L’IMPORTANTE CONTRIBUTO DELL’ON. MASSIMO RUSPANDINI
Nella conferenza stampa delle ore 16.30, svolta nella sala consigliare del Comune di Ceccano, sono intervenuti il Sindaco Roberto Caligiore, il Presidente del GAL Terre di Argil Adriano Roma, Andrea Di Vecchia per il CNR e – delegato dal Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale – il professor Carlo Russo. Coordinatore, nonché vera dinamo nel percorso di rafforzamento ed armonizzazione della
governance multilivello, è stato l’Assessore Riccardo Del Brocco. Le conclusioni sono state affidate all’Onorevole Massimo Ruspandini che non solo ha sottolineato come il GAL possa rappresentare un importante strumento per un territorio (per cui – come percepibile dal suo intervento – l’Onorevole ha un legame ed un’attenzione estrema), quello a sud di Roma, ed in particolare della provincia ciociara, che ha enormi potenzialità, energie e margini
di crescita e rafforzamento. Anche attraverso strumenti come il GAL, che possono essere importanti attori in un quadro istituzionale che evidenzia notevoli bag e problematiche (grazie a scelte discutibili come quella delle province) e soprattutto merita e necessita il riconoscimento e la dignità che le sono consoni. E che non possono darsi se non attraverso una maggiore centralità della dimensione non metropolitana della regione. Di quelle province ricche di biodiversità, patrimonio naturalistico e forza imprenditoriale (soprattutto la frusinate) che necessitano di politiche, strategie ed interventi non parziali e condizionati.

Sabato 16 dicembre 2023; AT2, 3° giorno: suoni e ritmi differenti… l’importanza di un sound armonico.

Conclusi con successo gli appuntamenti del 14 e 15 dicembre, la terza giornata del laboratorio di sviluppo locale AT2 si è articolata interamente nel Comune di Pastena. Gli spunti che emergono con maggior forza dagli appuntamenti in agenda rimandano e richiamano con forza l’idea di
interconnessione e di contaminazione tra tessuto economico e società civile, tra gli stessi ed il paesaggio, nonché tra economia materiale ed immateriale. E soprattutto da scelte forti, condizione indispensabile per una strategia di impatto in grado di raggiungere gli obiettivi.
Questi sono gli spunti ed i contributi fondamentali con cui la giornata del 16 dicembre arricchisce in modo sensibile il percorso di analisi, sintesi e progettazione del laboratorio di sviluppo locale AT2 – Alba sull’Adriatico, Tirreno al Tramonto. Elementi e spunti che già in precedenza erano emersi in
molteplici degli appuntamenti realizzati nell’ultimo biennio sia nel territorio laziale che in quello abruzzese, ma che hanno trovato nella cornice pastenese un’evidente forza nonchè espressione tematico-argomentativa. Sicuramente nel seminario mattutino promosso dall’Associazione Lazio
Rurale dal significativo titolo “Una strategia per le agricolture in grado di coniugare competitività e fairness”, ma in modo altrettanto interessante, e sicuramente con modalità meno consuete, durante il pranzo organizzato dall’Associazione Il Falco e coordinato in modo egregio da Alessio
Gallina (stakeholder, nonchè nodo del Network Ruralità: Etica e Suggestioni) e nell’appuntamento pomeridiano dedicato ai più piccoli con “la tombolata di Natale di Lillo il Mirtillo e gli amici della Biodiversità” . Pomeriggio caratterizzato, contestualmente, dal seminario promosso dall’Associazione Rev Green – e volto in particolare alle imprese ed agli operatori del settore agricolo del territorio – “La multifunzionalità, la biodiversità ed il capitale umano al centro del progetto di sviluppo locale”. Suggestiva – ed estremamente funzionale nell’ottica di una strategia bottom-up integrata ed in grado di raggiungere obiettivi reali coinvolgendo molteplici attori – l’estrema complementarietà dei due appuntamenti del pomeriggio che possono essere anche interpretati come momento di analisi e come sviluppo pratico di un percorso che vuole accrescere le potenzialità e la competitività dell’offerta multifunzionale del GAL Terre di Argil attraverso l’aggregazione dei servizi e l’innalzamento della qualità e delle competenze dei player attivi nel comparto.

Una giornata densa di appuntamenti e resa possibile grazie al supporto dell’amministrazione comunale ed in particolare all’impegno e la presenza del Sindaco Angelo D’Ovidio e del Vicesindaco Daniele De Lellis.
In realtà è possibile ed utile interpretare l’intera giornata come una serie di momenti strettamente connessi che hanno affrontato da prospettive differenti e, soprattutto, attraverso molteplici contributi, tutti di estrema qualità, la ricerca di un necessario punto di equilibrio tra le sfide e le esigenze del mercato e quella sostenibilità sociale, etica, ambientale. Sostenibilità che non va assolutamente interpretata nè letta come sovrastruttura teorica – nè tantomeno come imposizione derivante da un mercato e consumatori troppo spesso lontani dalle vere dinamiche del comparto e del territorio – ma come condizione base per innalzare la qualità della vita nelle aree rurali. Ed il possibile, nonchè necessario, equilibrio tra competitività e fairness nelle agricolture e, soprattutto, nella filiera olivicola-olearia è stato il tema chiave del seminario mattutino.

Il paesaggio e la dimensione rurale trovano ragione, forma e sostanza in una dialettica continuativa e costituente tra storia e futuro, relazioni e individuo, accumulazione e prospettiva. Ed il paesaggio olivicolo-oleario rappresenta davvero radici, arbusto e chioma non solo della nostra dimensione rurale, ma del nostro Sistema Paese. Parlare di olio e di uliveti vuol dire in primis, chiaramente, parlare di prodotto, ma è altrettanto fisiologico e necessario, , parlando di olivicoltura, esondare in altri campi/suggestioni. Dal territorio all’ambiente, dalla società alla cultura… ossia parlare di paesaggio rurale. Affrontare pertanto tematiche e sfide chiave quali i terreni abbandonati; una produzione ogni anno sempre minore; assurde opzioni che ipotizzano il nostro prodotto competitivo in termini quantitativi con competitor caratterizzati da sistemi produttivi e territori totalmente differenti; l’endemica incapacità di fare sistema; la necessità di assicurare reddito agli agricoltori rafforzando il brand del Made in Italy mediante un’estrema valorizzazione di fattori endemici quali paesaggio, cultura, biodiversità.

Questi sono stati i principali argomenti affrontati dal ricco ed estremamente competente parterre dell’incontro pubblico del 16 mattina. E nonostante gran parte di questi temi siano già conosciuti dagli addetti ai lavori e non solo, nonchè tali problematiche siano state affrontate in svariati appuntamenti negli ultimi anni, il tavolo di lavoro si è caratterizzato per una forte impostazione innovativa e, contestualmente, per una tangibile connessione tra la fase di analisi e teorica e lo sviluppo di azioni pratiche condivise e partecipate dalla totalità dei presenti.

Partendo da una considerazione e da una condizione, ambedue evidenziate da Rino Soprano (imprenditore olivicolo di Itri e presidente della rete di impresa “Innovare la Qualità”, network che negli ultimi anni sta sviluppando un importante lavoro di informazione e promozione): la prima riguardante la location, la seconda la necessità di scelte. Unanimemente condivisa la considerazione sull’eccezionalità della location ospitante, Casa
Manfredi, paradigma di quel connubio tra cultura ed agricolture, tra materiale ed immateriale che sono ingredienti imprescindibili delle nostre agricolture e, soprattutto, del nostro “oro verde”. Altrettanto condivisa la condizione di base per una strategia davvero utile al comparto,
ossia l’improcrastinabile ed imprescindibile necessità di fare scelte. Di scegliere se davvero vogliamo garantire una produzione olivicola-olearia “di qualità diffusa” che garantisca un reddito reale e dignitoso a quanti scelgono questo lavoro, oppure se è utile continuare con vulgate
qualunquiste utili solamente a consulenze e consensi stagionali. Per quanti vivono, con passione, dedizione e fatica di e per l’olivicoltura, la scelta è scontata e passa imprescindibilmente da un reale e diffuso processo di aggregazione. Un processo che non sia solo formale e/o numerico (ossia connesso esclusivamente a parametri quali il volume di prodotto o di fatturazione, oppure al numero di afferenti a compagini sociali dato esclusivamente in termini teorici… ), ma che punti sostanzialmente ed in termini condivisi dagli attori principali – ossia gli operatori del settore, ed in particolare i produttori – ad una cooperazione che, pur mantenendo il valore del particolare e dell’identità aziendale, sia in grado di aggregare in termini sistemici potenzialità, sogni ed esigenze di un comparto che fa della biodiversità e del particolare il proprio unicum su scala mondiale. Queste le considerazioni che, condivise dall’intero tavolo, sono state espresse negli interventi di apertura da Alessio Gallina e da Oreste Persicone, riprese ed
argomentate, tra i vari punti toccati, nell’intervento di chiusura dal professor Carlo Russo.

Aggregazione che insieme all’innovazione (sociale e tecnologica) e, soprattutto, ad una necessaria lettura intrasettoriale ed ibrida, sono condizione base anche per avviare percorsi ed azioni in grado di dare risposte pratiche alle problematiche evidenziate precedentemente. In tal senso fondamentale il contributo e la progettualità proposta dal CNR e coordinata dal dott. Andrea di Vecchia. Un intervento che punta attraverso interventi mirati ad incidere su due aspetti cruciali: la crescita qualitativa del comparto ed invertire l’ormai consolidato e preoccupante trend di abbassamento delle quantità di prodotto raccolto ogni anno nelle campagne olivicole. Un percorso che, seppur con sfumature differenti e su scala locale, ha ottenuto in passato risultati importanti e tangibili. Ibridazione, innovazione ed aggregazione, con un’attenzione ed una dialettica continuativa al paesaggio e con il territorio sono solo alcuni degli elementi affrontati dal presidente Carlo Gallozzi e soprattutto assi portanti del formidabile progetto volto ad n’olivicoltura di qualità presentato durante il suo intervento. Un progetto che oltre a rappresentare un reale strumento e vettore per il rilancio del comparto, è sintesi ed espressione di quel necessario piglio e di quell’indispensabile lettura trasversale e volta ad integrare la filiera sia in termini verticali che orizzontali, che sono condizioni imprescindibili per una strategia futuribile ed in grado di centrare gli obiettivi. Ed è proprio per questo che tale progettualità, avendo riscosso l’interesse e unanime consenso dai vari nodi ed attori presenti al tavolo, è stato assunto come piano programmatico e strategico e come vera e propria road-map per i prossimi step congiunti degli attori presenti.

Un piano in grado di dare futuro e prospettiva ad una filiera che rappresenta una fetta fondamentale
del volume economico dell’agricoltura del “sistema Italia” e della regione Lazio, in particolare fil
rouge tra le differenti agricolture che caratterizzano la provincia pontina e quella ciociara, nonchè
una filiera che marca in modo trasversale il nostro paesaggio rurale. Un programma che, come
espresso dallo stesso Gallozzi, abbisogna di interlocutori in grado di praticare in termini sistemici
tale traiettoria, offrendo contestualmente strumenti e competenze di alta qualità.
In tal ottica risulta importantissimo il ruolo svolto in questi anni ed in questo percorso dall’Università
degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Playmaker e punto di riferimento indispensabile per
una crescita del comparto agri-food del territorio del GAL Terre di Argil e del centro Italia e per una
maggiore dignità della dimensione rurale. Con un supporto costante attraverso molteplici
professionalità e competenze e, soprattutto, con un impegno sul campo che segna in modo
inequivocabile la tensione e la volontà dell’ateneo laziale di essere punto di riferimento e motrice
in un percorso di sviluppo locale in grado di dare nuove prospettive al tessuto socio-economico delle
regioni centro-italiane dall’Adriatico al Tirreno. E la dimensione olivicolo-olearia, intesa nella sua
composita pluralità, è indubbiamente uno degli ambiti ed una delle sfide ove risulta di estrema
importanza il ruolo di Unicas. Sono già molteplici e differenti i processi di sviluppo locale in cui
l’ateneo cassinate è punto di riferimento imprescindibile nella traiettoria di innovazione sociale e
tecnologica del tessuto rurale soprattutto grazie ad un’interpretazione sistemica ed al contestuale
rafforzamento della direttrice est-ovest intesa come connessione fluida e costituente di quella
pluralità di distretti che ne costituiscono atto e potenza. Un percorso che già sta dando risultati
importanti su altre filiere anche grazie all’indispensabile funzione – come sottolineato anche
dal Prof. Carlo Russo – di quelle meso-institutions e di quelle cinghie di trasmissione in grado di
aggregare ed esprimere in termini sistemici le esigenze ed i bisogni di un tessuto produttivo ed
estremamente parcellizzato così come di un sistema istituzionale caratterizzato da piccoli e
piccolissimi attori.
Il ruolo e la funzione di soggetti in grado di interconnettere le discontinuità e la pluralità del sistema
rurale facendo emergere obiettivi e sfide comuni diviene ancor più necessario, se possibile, in un
processo di rafforzamento e di crescita del comparto olivicolo-oleario.
Ed in questa ottica diviene imprescindibile la strutturazione, il riconoscimento e la
formalizzazione dei distretti agrorurali e dei distretti del cibo. Questi ultimi, come evidenziato e
suggerito sia da Claudio Di Rollo (delegato dalla CIA Latina per il GAL Terre di Argil) e dalla
presidente nazionale Patrizia Lusi (Paesaggi Rurali di Interesse Storico), possono rappresentare un
formidabile strumento e vettore in grado di condensare, rafforzare e dare nuove energie a molti dei
ragionamenti emersi. Ed è proprio per questo che in questo appuntamento si è deciso di organizzare
ad inizio 2024 una giornata operativa interamente dedicata allo studio ed all’avvio degli step
necessari per istituire nel basso Lazio – ed in particolare sul territorio del GAL Terre di Argil – un
distretto del cibo; che faccia dell’olio l’imprescindibile fil rouge per il patrimonio enogastronomico
nostrano.

Domenica 17 dicembre 2023; AT2, 4° giorno – Molteplici attori e luoghi differenti per uno stesso ritmo

Il quarto ed ultimo giorno del laboratorio sullo sviluppo locale AT2 si è articolato con un tavolo di
lavoro nella sessione mattutina a Patrica e si è concluso con un significativo momento di analisi e
degustazione presso il caseificio Nonna Pitta di Amaseno. La zootecnia, declinata nella propria
poliedrica essenza, è stata, insieme alla sostenibilità ambientale, il comun denominatore in una
giornata che ha toccato tematiche cruciali quali il turismo lento, la necessità di aggregare servizi
e produzione del comparto primario, nonché l’impellente necessità per il tessuto imprenditoriale
e per il territorio di ottimizzare le molteplici fonti di potenziale reddito che le agricolture e la
ruralità offrono. Dalla multifunzionalità all’utilizzo degli scarti, dalla valorizzazione simbiotica del
binomio tessuto produttivo – paesaggio alla necessità di interpretare e praticare le agricolture
come infrastruttura. Il tutto coordinato magistralmente da GEAN e dal presidente nazionale
Salvatore Summa.
L’incontro di domenica 17 dicembre, dal titolo “La centralità dell’equiturismo per valorizzare il
Territorio. Rafforzare l’asse est-ovest tra cammini heritage e biodiversità” ultimo dei 4 giorni di
convegni, tavoli di lavoro e momenti di analisi, promossi dal GAL Terre di Argil , con la collaborazione
del Network Re.La.Te., all’interno del laboratorio AT2 – Alba sull’Adriatico, Tirreno al Tramonto si è
svolto presso Palazzo Moretti del Comune di Patrica.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco del Comune di Patrica, Lucio Fiordalisio – che ha sottolineato
l’importanza del turismo sostenibile come leva di crescita per i territori e soprattutto per i piccoli
centri come quello del Comune di Patrica – il Presidente Nazionale Salvatore
Summa dell’associazione GEAN “Guardia Equestre Ambientale Nazionale” ha dato l’avvio dei lavori.
Il presidente Summa ha sottolineato l’importanza e la centralità di progetti di sviluppo locale e rurale
legati alla mobilità sostenibile ed al rafforzamento ed implementazione delle reti viarie, con
particolare riferimento a quel patrimonio di ippovie e sentieri storici che rappresentano una risorsa
imprescindibile attraverso cui creare un enorme valore aggiunto sia in termini di sostenibilità
ambientale sia come ulteriore reddito aggiuntivo alle realtà imprenditoriali agricole insistenti nei
territori di riferimento, portando ad esempio l’importante e proficua esperienza avviata in Basilicata
che ha portato la Guardia Equestre Ambientale Nazionale ad essere punto di riferimento e leader a
livello nazionale nell’ambito dell’equiturismo e di tutte quelle attività connesse, sportive, sociali e
formative.
Presenti in rappresentanza dei vari livelli regionali e provinciali della struttura GEAN ed introdotti da
Salvatore Summa, Pierluigi Pallotta presidente di GEAN Frosinone e Mario Paoli presidente di
GEAN Toscana.
Presenti al tavolo di lavoro anche altri soggetti territoriali e stakeholder dell’equiturismo locale
come Luca Lombardi dell’Associazione I Cavalieri della Valle di Amaseno, a dimostrazione di come
quest’asse di sviluppo territoriale stia diventando sempre più centrale in quell’ottica di connessione
tra i diversi territori che compongono la complessità delle nostre agricolture.
Fondamentale l’apporto del dott. Ernesto Migliori presente in qualità di Vicepresidente del GAL
Terre di Argil e di Vicepresidente dell’Ecomuseo dell’Agropontino. Un doppio ruolo che è paradigma
del contributo del dott. Migliori che ha portato all’attenzione la necessità di cooperazione e sinergia
tra i vari livelli di governance, di associazionismo e attori che lavorano quotidianamente allo sviluppo
locale e rurale, di singole realtà imprenditoriali. Uno step necessario da compiere e che oggi non
rappresenta più un semplice slogan, ma esigenza reale ed unica via per avviare quel processo di
sviluppo bottom-up alla base delle strategie del GAL Terre di Argil.
Strategie illustrate nel dettaglio dalla segretaria del GAL stesso, Marialaura Meo che, ringraziando i
presenti, ha riportato le molteplici attività specifiche presentate nella nuova programmazione 2023-
2027, in particolare il progetto che vede GEAN come soggetto sviluppatore e che mira alla
realizzazione di hub fisici su diversi comuni del territorio (tra cui importantissimo quello previsto nel
Comune di Patrica) che puntano ad essere veri e propri centri votati alla ricezione turistica ed alla
multifunzionalità. Centri che dovranno essere necessariamente interconnessi sia in termini
immateriali attraverso la costruzione di un ecosistema digitale integrato, sia attraverso il
rafforzamento di quei sentieri ed ippovie, argomento centrale del tavolo di lavoro.
Tutti gli spunti emersi con maggior forza da questo appuntamento e dai tavoli in agenda hanno
quindi rimandato e richiamato con forza la necessità di ampliare l’idea “AT2 – Alba sull’Adriatico,
Tirreno al Tramonto” . Elementi e spunti che già in precedenza erano emersi in molteplici degli
appuntamenti realizzati nell’ultimo biennio sia nel territorio laziale che in quello abruzzese.
Il pomeriggio è stato invece caratterizzato da un momento Think&Taste presso il caseificio Nonna
Pitta di Amaseno in cui, grazie alla sapiente guida del produttore Domenico Rinna sono stati
illustrati le varie fasi di lavorazione del latte di bufala e l’enorme lavoro che caratterizza un prodotto
di eccellenza come la Mozzarella di Bufala. Un appuntamento che è stato valorizzato dalla presenza
e dal contributo del Sindaco Ernesto Gerardi, che ha ribadito la necessità di fare cooperazione e
sistema tra i vari attori territoriali per uno sviluppo sistemico dei territori, come quello di Amaseno,
in quella matrice fondamentale che è l’asse est-ovest. La giornata si è conclusa con una degustazione
di prodotti derivati dalla filiera bufalina realizzati dallo stesso caseificio.