TRA TOP-DOWN E BOTTOM-UP: IL GAL TERRE DI ARGIL COME SINTESI TRA I PROCESSI DI SVILUPPO DAL BASSO E LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA

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Il lavoro svolto in questi anni dal GAL Terre di Argil e dalla rete di associazioni territoriali che con forza hanno investito sul sistema delle conoscenze e del sapere diffuso, seguendo quelle che sono le direttive europee in vista della nuova programmazione che individuano nella centralità delle competenze  un nuovo paradigma di sviluppo, trova sostanza in quel percorso che rappresenta quell’idea e lettura dell’esperienza LEADER – così come riportato più volte da Rete Rurale – come tessera del mosaico in grado di congiungere il percorso top-down con il percorso bottom-up.

Un percorso che vede nell’AKIS (Agricultural Knowledge Innovation System) un sistema integrato tra assistenza tecnica, innovazione sociale  e tecnologica, ampliamento e valorizzazione delle competenze il decimo obiettivo della nuova PAC.

Già nel settembre 2020 infatti, nella programmazione della Pac post 2021 Bruxelles lancia un progetto ambizioso che fa leva su conoscenza e innovazione. L’AKIS avrà un preciso obiettivo: fare dell’innovazione sociale vettore e obiettivo attraverso cui garantire crescita competitiva del settore produttivo e miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali.

I saperi, le competenze ed il capitale umano come condizione imprescindibile per far crescere la dimensione rurale. Rafforzare, sedimentare e dare centralità a quel sistema di conoscenze che rappresentano un fattore ed una dinamo necessari per affrontare e vincere le molteplici sfide (ambientali, etiche, sociali e di mercato) che le nostre agricolture devono affrontare.

Un percorso che ha già visto dal 2020 ad oggi quasi tutte le regioni introiettare e porre al centro delperiodo di transizione e della nuova PAC le competenze ed i saperi. Pensiamo al Veneto (Regione Veneto) che addirittura declina alcune misure del PSR 2014-2020 come ponte verso il nuovo PSR  puntando con forza sui saperi e le competenze. Da un lato quindi le politiche e le strategie delle scelte di Bruxelles, dall’altro le esigenze dei territori che nel caso del GAL Terre di Argil già hanno portato, grazie alla lungimiranza del corpo sociale (e di questo va dato merito alle 11 amministrazioni locali e soprattutto al Presidente ed al CdA per la loro coerenza e perseveranza nonostante i molteplici dubbi), non solo nel porre con netto anticipo dei tempi i saperi al centro della stretegia del PSL – in tal senso “…dove agricolture e cultura hanno la stessa radice…” sintetizza in modo evidente quanto stiamo raccontando – ma anche e soprattutto attraverso rimodulazioni mirate ad investire in termini dinamici ed attenti alle indicazioni di Bruxelles. I ritardi della Regione sono divenuti un’opportunità poichè hanno permesso di apprendere le linee guida europee e quanto queste linee guide rappresentassero un pieno rafforzamento con quanto definito nel PSL del GAL.

Ed in tal ottica la scelta di porre la 1.2 come architrave dell’intera strategia di sviluppo va oltre la lungimiranza e diviene immanenza. E quelle economie che sembravano eccessive e sin dall’inizio erano state volte al sapere e alla crescita delle competenze, il loro incremento graduale voluto e praticato con attenzione e con coerenza attraverso le varie rimodulazioni, non sono più un’anomalia ma divengono vettori e strumento in grado di dare da un lato piena applicazione della strategia del GAL, dall’altro di interpretare le indicazioni comunitarie e pertanto porre il GAL Terre di Argil al centro di quel sistema di competenze e saperi di cui abbisogna il territorio per far crescere le  agricolture per la dimensione rurale.