IL GAL OLTRE IL GAL
La strategia del GAL Terre di Argil nasce e si sviluppa su un’idea semplice ma di difficile attuazione: armonizzare la gestione della sua operatività con la necessità di costruire reti e massa critica, per lasciare un segno tangibile e duraturo nel territorio del basso Lazio.
Agire dal basso per costruire un polo motore di sviluppo locale e aprire all’Europa, mettere in connessione l’entroterra rurale laziale con Bruxelles all’insegna della rivendicazione di una nuova dignità rurale da costruire insieme, per il futuro.
L’obiettivo strategico-politico del GAL, anche oggi è stato raggiunto. Il dialogo con l’Europa delle scelte e della politica ha compiuto un passo in più. Grazie al supporto alla costruzione di progettualità di ampio respiro come quella portata avanti dal Consorzio GRID (rivista RURALIDEA) ed altre iniziative finalizzate a creare “rete” tra aziende e soggetti che hanno attraversato il percorso del GAL, fino alla nascita del network Re.La.Te., l’On. Europarlamentare Camilla Laureti ha attraversato il territorio del Sud della Regione Lazio alla scoperta delle agricolture, dopo le manifestazioni di sostegno e collaborazione avute dagli On. Europarlamentari Salvatore De Meo e Nicola Procaccini.
Al centro la voglia e la forza di costruire, sulla tematica rurale, una massa critica in grado di incidere sui territori per indirizzare strategicamente gli strumenti di sviluppo e migliorare sotto l’aspetto gestionale e sui nessi decisionali per riportare al centro l’importanza dell’attività strategica come unico atto necessario a consentire l’innesco di reali processi di crescita socio-culturale.
Sicuramente da un punto di vista procedurale stiamo affrontando i problemi insiti nella gestione della programmazione, siamo giovani in questo, ma davanti agli obiettivi strategici prefissati possiamo solo salutare con favore e orgoglio la nascita e – speriamo – l’evoluzione di una rete, di una massa critica in grado di movimentare in modo articolato gli strumenti a diposizione verso l’efficienza “territoriale” delle singole progettualità. Il Festival RuralIdea, promosso da una galassia di soggetti, compreso il GAL, ne è la prova.
Aggregare l’offerta agroalimentare e migliorarne la qualità e la quantità, attivare processi di empowerment e innovazione sociale, valorizzare la multifunzionalità dell’azienda agricola e garantire servizi ai cittadini sono gli step che portano un territorio rurale a potersi definire “europeo” e per fare questo è necessario convogliare le energie all’interno di una strategia di sviluppo articolata, ampia e dinamica.
Oggi un altro passo in questa direzione è stato fatto e l’interesse e la passione dell’On. Laureti sono stati “travolti” da un numero considerevole di soggetti (aziende agricole e non solo) pronti a muoversi in sinergia e da suggestioni, spunti e necessità di confronto che altrimenti si sarebbero persi in piccoli rivoli.
Abbiamo raggiunto un obiettivo cardine: consolidare le reti endogene per dialogare con l’Europa e con il resto del mondo: politicamente, istituzionalmente, culturalmente ed economicamente.
Non è propriamente raccogliere un frutto, assomiglia più a piantare un seme.
Non è un caso se assume ruolo rilevante, nell’elaborazione del PSL, l’aspetto della cooperazione: oltre a puntare sul rafforzamento di piccole filiere locali attraverso la valorizzazione delle misure 16 (16.3 – 16.4 – 16.9) la strategia punta all’aggregazione dell’offerta agroalimentare locale nell’ottica della filiera corta attraverso la progettualità strategica rivolta alle comunità degli italiani all’estero (una strategia di promozione e posizionamento commerciale centrata sulla qualità e sulla “connessione culturale” con il territorio). Questa finalità non può prescindere, sempre seguendo la strategia del Piano di Sviluppo, da un altro obiettivo, coerente con l’obiettivo di sostenere l’empowerment e la crescita culturale/occupazionale del territorio: << avviare una serie di iniziative volte a sostenere nel territorio del basso Lazio la nascita e la crescita di nuove attività imprenditoriali culturali ed in grado di creare un terreno idoneo ad “una domanda di cultura articolata e proveniente da differenti Paesi”. Tali attività, a forte caratterizzazione giovanile ed integrate con la dimensione rurale, sono rivolte in primo luogo ad accrescere l’offerta culturale territoriale, alle performing arts, alle arti visive (gallerie, musei, …), alle imprese culturali di servizio, in secondo luogo ad accrescere tutti i servizi legati alla “dimensione turistica”, troppe volte carenti nei territori in oggetto. A tal proposito si mira ad avere informazioni e banca dati, scambio di best practice su tali tematiche, oltre ad una strettissima relazione con gli eventi (Festival musicali, stagioni teatrali), gli appuntamenti, le istituzioni (si pensi all’Accademia di Frosinone, o anche al Conservatorio) che sono attive in tal senso.>>
La connessione di questo ultimo punto con il tessuto imprenditoriale agricolo dell’areale è quasi immediata: puntare alla multifunzionalità aziendale come strumento per incrementare l’occupazione, da un lato, e per incentivare la sovrapposizione del comparto con altri settori produttivi e culturali, nell’ottica dell’erogazione di servizi (anche turistici e sociali).