La città che fermò Annibale e che salvò Roma si trova in Ciociaria: Fregellae
Fregellae: probabilmente fondata dagli Osci, poi conquistata dai Volsci e in seguito città tra le
più importanti dell’epoca repubblicana.
Siamo tra Arce e Ceprano, entrambe provincia di Frosinone, entrambi i comuni sono nell’assemblea del GAL Terre di Argil (Ceprano è il capofila del Gruppo di Azione). Il faro guida della Strategia di Sviluppo Locale del GAL è quello della valorizzazione del patrimonio culturale caratterizzante il suo territorio e, certamente, Fregellae costituisce una delle emergenze storico – antropologiche principali nel GAL e in Provincia di Frosinone.
Scopriamo insieme il mistero delle vestigia di una importante città repubblicana, grazie ad un godibile articolo di Alex Vigliani, presidente di VIVIFROSINONE, realtà ciociara impegnata nell’animazione del GAL e da anni radicata nel territorio attraverso l’organizzazione di cammini ed incontri a carattere naturalistico, enogastronomico e storico-culturale.
In data 23 Novembre 2019 proprio VIVIFROSINONE, con il patrocinio del GAL Terre di Argil e i comuni di Arce e Ceprano, in concomitanza con l’iniziativa “CANTINE Di San Martino” ad Arce, sta organizzando una visita guidata nel sito archeologico di Fregellae e nel centro storico di Arce…
Fregellae è un sito davvero raro e unico. Resti,tanti, di una città che fu importantissima in epocarepubblicana, storicamente potente e che nel 212 A.C., fedele a Roma, si oppose ad Annibal
fermandone l’avanzata distruggendo il ponte sul Liri e combattendo senza eguali.
La forza e l’importanza di Fregellae la si deve alla posizione: importante perché sulla via di comunicazione verso Roma. Sui testi storici si rileva il ruolo di portavoce delle colonie presso il Senato di Roma, uno squadrone scelto di cavalleria detta turma fregellana e formata da quaranta aristocratici fregellani aveva funzione di guardia del corpo dei consoli e soprattutto e come già detto fu fedele a Roma fronteggiando l’avanzata di Annibale nel 212 a.c.
Si aggiunga a questo la ricchezza dell’essere in punto di forzato passaggio. Tutti dovevano passare da Fregellae, tutti a Fregellae dovevano dazio, posizionata strategicamente su quella via latina che era arteria principale. In seguito, però, la città di Fregellae si ribellò contro le politiche di Marco Fulvio Flacco – alleato dei gracchi – il quale voleva estendere i diritti politici romani a tutti gli italici.
La rivolta venne sedata, i riottosi deportati a Roma e condannati a morte. E la città? Fu distrutta e maledetta. Distrutte le conduttore dell’acqua e sul suolo coltivabile, come fu per Cartagine, venne sparso il sale.
Tutto quello che prima era Fregellae venne dal magistrato romano indicato come maledetto invocando divinità ctonie e nessuno vi avrebbe fatto più ritorno. Così i fregellani che nella rivolta erano rimasti fedeli a Roma, vennero spostati dall’altro lato del Liri, nella nuova città: Fabrateria Nova che da Fregellae dista davvero pochi chilometri, sebbene sia stata ancora oggi poco esplorata. Dal suolo che fu di Fabrateria Nova sono state ritrovate strutture e vie principali nonché, ma visibile solo dall’alto, un anfiteatro oggi trattenuto dal proprietario del terreno che non ne vuol sapere di lasciar andare l’incredibile reperto.
Tornando a Fregellae e al parco archeologico. Ad oggi cosa resta? Sebbene appaiono ampi gli spazi degli scavi archeologici in seno a Fregellae, tanti i reperti a impreziosire il museo sito in Ceprano, ancora molto dovrà essere esplorato, ancora molto c’è da ricostruire sulla storia di questa città che forse fu punita con tanto veemenza perché divenuta grande e politicamente troppo importante.
Un luogo sicuramente da visitare e conoscere.